Facciamo un gioco: io confermo tutto - che Putin è un dittatore sanguinario e che Obama è una persona meravigliosa - però voi date un’occhiata a queste immagini, che ho raccolto sul web e che raffigurano le copertine di libri, riviste e rotocalchi del mondo degli ultimi anni il cui articolo trainante riguardava Putin oppure Obama.
Dico
così – cioè che confermo tutto – non perché ci creda, ovviamente, ma
solo per sottolineare con fermezza che ciò che mi interessa non è
confutare il pensiero diffuso, ma riflettere sulla qualità di questa
informazione, valutare se sia possibile costruire un pensiero
alternativo capace di ricomporre un confronto e un dibattito, primo
imprescindibile passo per una diplomazia sana e compiuta.
Su Facebook
non è possibile corredare i post con più di 80 fotografie, quindi ho
dovuto scegliere 40 copertine su Putin e 40 su Obama, ma la selezione è
stata faticosissima e difficilissima, e alla fine ho dovuto scartare
anche copertine che erano molto, molto interessanti.
Mi corre
l’obbligo di sottolineare che, mentre non sono riuscito a trovare
copertine che presentassero Putin non dico in modo positivo, ma almeno
“dialettico”, su Obama ho trovato anche e addirittura (pochissime)
copertine che presentavano il personaggio in modo problematico, ovvero
ponendo qualche domanda. Per onestà intellettuale ammetto che ho
scartato queste (pochissime) copertine, in tutta sincerità, perché ai
miei occhi non spostavano minimamente l’evidenza della tesi che vorrei
dimostrare. Del resto, se c’è una cosa che riconosco agli Stati Uniti (e
non credo di essere il solo) è che lì, pur rispondendo a canoni che
corrispondono più allo spettacolo che alla libertà, la stampa e
l’informazione conservano ancora qualche sparuto esempio di voce “fuori
dal coro”...
D’altro canto, mi piace anche segnalare che una delle
copertine che si “interroga” sull’operato di Obama, pone all’attenzione
dei lettori la seguente domanda: “Perché chi critica Obama è così
stupido?”. Interessante, no?
Constaterete che Putin appare in pose
cupe e minacciose, con giochi di luce che lo rendono inquietante e con
ampio ricorso ad etichette come: l’incendiario, il bugiardo, il nuovo
zar. In diverse copertine appare con i baffetti di Hitler e, in una in
particolare (un capolavoro assoluto!), i baffetti corrispondono al
codice a barre delle riviste…
Obama invece è solare, sempre
sorridente. La moglie Michelle, bellissima, sembra a volte prendere il
sopravvento sul presidente: ho scartato almeno una trentina di copertine
con lei! I titoli più ricorrenti sono: il nostro presidente, yes we
can, il nostro amore ha trionfato, vogliamo più Barack, Barack il
migliore, Barack SuperStar, dalle promesse al potere, crediamo nel
cambiamento, Barack primo presidente africano, è l’ora di Obama,
l’audacia della speranza...
Godetevi
questa “rassegna”, e poi ditemi se con questa informazione può ancora
esistere un minimo spazio di dibattito per la costruzione di una società
di pace, pronta e aperta al dialogo. E in second’ordine, se una stampa e
un’informazione di questa fatta, quando osservata tutta d’un fiato e
con un minimo distacco, non appaia finalmente per quello che è: la
caricatura di sé stessa…















































































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