Liberisti senza decenzax

La schiavitù che opprime te, caro Máximo, è invece quella che ti impedisce di andare al di là del tuo naso. Per incapacità o convenienza poco importa: il risultato è che hai abdicato al tuo mestiere. Studiare, approfondire, indagare e interrogarsi non fanno più parte della tua etica, asservita ormai all’obbligo di una narrazione funzionale. Spesso inconsapevolmente, e non so dire se sia meglio o peggio.
Quella che definisci “dittatura” in realtà si chiama "Repubblica di Cuba". Nel caso non lo sapessi, ogni cinque anni lì si svolgono elezioni libere e partecipate. Il partito non ci mette becco perché si votano le persone e non i partiti. Nel caso non lo sapessi, i parlamentari iscritti al partito non arrivano al 20%, e i cubani iscritti al partito non arrivano al 10%. Nel caso non lo sapessi, il Presidente è scelto dal Parlamento, come da noi. Nel caso non lo sapessi, l’età media del Parlamento è bassissima, e le donne sono il 50% da tempi non sospetti e senza mai aver avuto bisogno di "quote rosa". Nel caso non lo sapessi, ogni sei mesi gli eletti rendono conto a chi li ha votati, e se non convincono "scendono dalla giostra", e durante il mandato non percepiscono alcun emolumento specifico. Nel caso te lo fossi dimenticato, Cuba è un paese con un'economia di guerra, sottoposto a regole e condizioni che farebbero gridare all'infamia se ne fosse vittima un Paese "amico". E nonostante questo, a Cuba la scuola è gratuita dall'asilo all'Università, così come la Sanità e la Ricerca, perfino quella che ha prodotto tre vaccini. Ora non so dirti se lì i test sulla trasmissibilità del contagio siano stati fatti o meno, però sono gratuiti pure quelli.
Se fossi un giornalista ti basterebbe ascoltare un TG o guardare un film cubano per scoprire che i cubani non si nascondono nulla, che il dibattito politico pubblico è (per te e quelli come te) sorprendentemente aperto. Senza il minimo timore di sfidare i tuoi risolini sarcastici, posso convintamente affermare che è molto più aperto che in tanti paesi "liberi", ancoràti a pregiudizi retaggio di stereotipi fermi agli anni '70, quando l'aggressione contro Cuba si trasformò da militare a economica e culturale.
Studia, oppure ripassa, oppure fatti una cura di fosforo se preferisci. Vatti a rileggere un po’ di cronaca sul Piano Condor, ad esempio, oppure sulla “Operazione Peter Pan”. Ripàssati le cronache di Snowden o di Assange. Sai chi sono, vero? Oppure conosci solo “i clan al potere” a Cuba? Un peccato non poterle chiamare "oligarchie", eh? A proposito, puoi cortesemente segnalarmi dove l’hai imparata ‘sta cosa dei clan? Perché fino a quando ne parli così, c’è perfino il caso che la gente ti creda, ma se invece mi dici dove l’hai imparata c’è il rischio di dimostrarti che l’ha detta qualcuno col “vizietto” di scambiare aggressori e aggrediti…
Lo so, ti capisco, è difficile immaginare che esista qualcuno con un’etica diversa dalla tua. Cioè, scusa, volevo dire: con un’etica. Difficile immaginare che qualcuno non pretenda tutto lo stipendio per sé, per poter investire tutto in libertà. Ovviamente nell’unica che concepisci: quella del mercato.
Coraggio... Il destino è triste solo per i giovani laureati italiani costretti ad abbandonare l'Italia e per i medici cubani costretti invece a non abbandonare Cuba. Per fortuna, invece, è abbastanza allegro per te e quelli come te, che qui in Italia hanno trovato l'America. Letteralmente.

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