Le consultazioni del 1946 per eleggere l’Assemblea Costituente videro vincitrice la Democrazia Cristiana, fondata e guidata da Alcide De Gasperi: con il 35,2% dei voti la formazione si assicurò 207 dei 556 seggi a disposizione. I comunisti di Palmiro Togliatti, rientrato in Italia da Mosca dopo lo sbarco alleato in Sicilia, si aggiudicarono 104 seggi, mentre il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria ne ottenne 115. Assieme, le due formazioni di sinistra avrebbero raggiunto la maggioranza relativa con il 39,6 per cento dei voti, ma la scelta di presentare ciascuna i propri candidati garantì il successo alla Democrazia Cristiana.
Seguì un referendum sulla forma istituzionale da dare allo Stato: la monarchia fu abolita a favore della Repubblica e Umberto II, salito al trono da poco più di un mese, fu costretto a farsi da parte. L'entrata in vigore della nuova Costituzione avrebbe dovuto portare chiarezza e rendere le cose più semplici, ma appena fu ratificata emersero nuovi contrasti tra i partiti. Quattro comunisti, cui erano stati assegnati incarichi di governo nell'esecutivo De Gasperi, furono costretti a dimettersi.
Lo scontro del 1948 incombeva. Socialisti e comunisti si unirono sotto il nuovo vessillo del Fronte Democratico Popolare, decisi a sostenere Togliatti e ottenere una vittoria che davano per certa.
Le elezioni italiane del 1948 sono considerate uno degli esempi più eclatanti di interferenza statunitense negli affari interni di un altro Paese. In chiesa, gli italoamericani cattolici vennero esortati a scrivere ai parenti in Italia per convincerli a non sostenere quei senza dio dei comunisti. Le stelle di Hollywood diffusero lo stesso messaggio, tra saluti e sorrisi. L'amministrazione statunitense stanziò un aumento degli “aiuti provvisori” all'Italia portandoli a 176 milioni di dollari. Navi cariche di provviste, medicine e rifornimenti approdarono in diversi porti della penisola, con l'ambasciatore statunitense James Dunn sempre pronto per la "photo opportunity" sul molo. Di lì a un mese la Democrazia Cristiana fece un balzo in avanti nelle preferenze popolari, ottenendo oltre il 48 per cento dei voti per entrambe i rami del Parlamento e rafforzando la propria maggioranza con 305 seggi su 574 alla Camera e 131 su 237 al Senato. La crisi era superata, almeno per il momento, e le personalità di peso della nazione capirono subito chi fossero i nuovi padroni.
(…) Come ricostruito da Tim Weiner (…) [nel marzo del 1948] Harry Truman parlò al Congresso in sessione congiunta annunciando che «l’Unione Sovietica e i suoi agenti minacciano una catastrofe». Chiese l’attivazione del Piano Marshall e la ottenne: nei successivi cinque anni il Congresso avrebbe stanziato 12,7 miliardi di dollari per aiutare le nazioni alleate a superare i danni della guerra e costruire una “barricata politica” contro i sovietici. Il Piano avrebbe inoltre assicurato flussi di denaro non tracciabile per le casse della CIA, offerto una copertura alle attività di sorveglianza e ai programmi segreti di reclutamento degli agenti stranieri, e offerto la possibilità di far pubblicare articoli di propaganda su quotidiani e riviste. Il Dipartimento di Stato era più che deciso a sfruttare soffiate e corruzione per stimolare la nascita di fronti antisovietici, mentre il Pentagono e l’energico segretario della Difesa, James V. Forrestal, si sarebbero affidati a «organizzazioni terroristiche […] milizie segrete […] sabotaggi e omicidi».
Meryle Secrest, Il Caso Olivetti, BUR, 2023

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