Per settant'anni siamo stati vittime di crimini seriali oscuri alle cui responsabilità non abbiamo saputo o voluto risalire, servi di un padrone che con le belle e con le brutte ha condizionato le nostre vite.
Affetti dalla sindrome di Stoccolma, abbiamo allevato il nemico in seno inventando e regalandogli alibi infiniti: dalla strategia della tensione ai servizi segreti deviati. Gli abbiamo permesso di scorrazzare in lungo e in largo sulla nostra terra facendone una portaerei, abbiamo accettato di diventare un solo continente per essere strumento più maneggevole del suo imperialismo.
In nome di tutto questo, abbiamo calpestato la nostra identità culturale e il valore della Patria, e adesso, più realisti del re, scopriamo l'urgenza di difenderla con una giravolta degna del più meschino giullare di corte, felici come bambini per aver finalmente trovato anche noi il nemico da combattere.
Peccato che sia quello sbagliato.

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