Due omicidi, entrambi efferati e agghiaccianti. In un caso scatta la parola d'ordine e tutto il globo terracqueo parla di "karma nelle vesti di un cecchino"; nell'altro non scatta nulla e non ne parla nessuno, anche se la vittima del gesto senza spiegazione è una giovane donna.
Invece di ripetere a pappagallo quello che grida il megafono, tronfi per avere un'opinione per giunta "correct" e "smart", sarebbe meglio investire quel po' di intelligenza che resta per cercare di capire le ragioni di questo doppiopesismo, perché in esse sta la chiave che governa questa nostra epoca di fibrillazioni.
Ciò che più mi sconcerta, mi allarma e mi addolora, è la metamorfosi in atto senza che se ne abbia la minima consapevolezza: tutti "uomini di pace" che si caricano a molla di una enorme quantità di odio, come ordigni pronti a far deflagrare tutta la rabbia, di una pericolosità inaudita perché si stanno trasformando in ignari e ignavi strumenti di guerra, pronti a mirare al bersaglio su cui diranno loro di scagliarsi.
Mi fanno paura perché non hanno ancora capito cosa c'è in gioco, anche se a "giocare" toccherà anche a loro.

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