Tornare in Nicaragua è la mia ultima “fatica”. Che in realtà è stata tutt’altro che una fatica, ma un grandissimo piacere: lavorare fianco a fianco con Adelina mi ha offerto l’opportunità di entrare alla grande nell’atmosfera del Nicaragua, di capire il Paese e di reinterpretarlo a modo mio.
È stato un piacere “servirla”, nel tentativo di assimilare, afferrare e raccontare il suo sentimento verso questa realtà straordinaria e la sua emozione – presto diventata anche la mia – nel vedere smentita per la milionesima volta la narrazione che dà per “fallito” ogni Paese che non si allinea alle follie dell’imperialismo statunitense, nel toccare con mano che “un altro modo è possibile”. Un altro modo non significa “perfetto”, ma semplicemente che prova a rimettere l’uomo al posto che il denaro gli ha usurpato.
Dice Adelina: “Ho frequentato il Nicaragua negli anni ‘80, ho respirato la potente energia collettiva di un popolo che, liberatosi dalla dittatura, insieme costruiva finalmente il proprio Paese e il proprio futuro. Ho vissuto poi l’amarezza del ritorno dei neoliberisti al potere. Ho sempre seguito le vicende di quel Nicaragua che ti resta nel cuore. Tornarci dopo 40 anni e constatare quanto in meglio sia cambiato, è un’emozione unica. Testimoniare tutto questo è un dovere verso il Paese, specie quando qui la nostra propaganda diffamatoria ci martella le menti, e anche coloro che furono attivi nella solidarietà internazionale ne restano spesso vittime, paralizzati e ignavi, incapacitati ad uscire dalle nebbie della disinformazione strategicamente usata come strumento di guerra ibrida contro quei Paesi che non si sottomettono all’impero”.
Tornare in Nicaragua è un lavoro per molti versi “grezzo”: riprese e fotografie non sono “leccate”, si tratta in sostanza di un montaggio di materiali (immagini e video) raccolti “sul campo” da Adelina con un semplicissimo cellulare, e materiali “di repertorio” recuperati da Youtube ai quali ho chiesto aiuto per “aumentare il colore”. Questa… “grezzitudine” emerge con chiarezza, ma mi auguro che sia riuscita a conferire al lavoro quel taglio che cercavo, che lo rendesse un prodotto più semplice e autentico.
È stato proiettato presso il Circolo OST Barriera, a Torino, nel corso dell’evento del 23 novembre scorso dal titolo Da Cuba al Nicaragua al Venezuela, la Patria no se negocia, la cui registrazione video è reperibile sul canale Youtube "CIVG Informa".

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