Tornare in Nicaragua è la mia ultima “fatica”. Che in realtà è stata tutt’altro che una fatica, ma un grandissimo piacere: lavorare fianco a fianco con Adelina mi ha offerto l’opportunità di entrare alla grande nell’atmosfera del Nicaragua, di capire il Paese e di reinterpretarlo a modo mio. È stato un piacere “servirla”, nel tentativo di assimilare, afferrare e raccontare il suo sentimento verso questa realtà straordinaria e la sua emozione – presto diventata anche la mia – nel vedere smentita per la milionesima volta la narrazione che dà per “fallito” ogni Paese che non si allinea alle follie dell’imperialismo statunitense, nel toccare con mano che “un altro modo è possibile”. Un altro modo non significa “perfetto”, ma semplicemente che prova a rimettere l’uomo al posto che il denaro gli ha usurpato. Dice Adelina: “Ho frequentato il Nicaragua negli anni ‘80, ho respirato la potente energia collettiva di un popolo che, liberatosi dalla dittatura, insieme costruiva finalmen...
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